CNAL - Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali
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Misericordia: riverbero d’amore

 E misericordia sia! propone un’originale rilettura delle sette opere di misericordia spirituale mediante la potenza espressiva contenuta nelle sette parole di Gesù sulla croce. Ogni opera di misericordia viene associata a una parola del Crocifisso consentendo di meditare sugli ultimi momenti della vita di Gesù narrati dal Vangelo.Si tratta di un testo che ispira conversione […]
24 Giugno 2017
 E misericordia sia! propone un’originale rilettura delle sette opere di misericordia spirituale mediante la potenza espressiva contenuta nelle sette parole di Gesù sulla croce. Ogni opera di misericordia viene associata a una parola del Crocifisso consentendo di meditare sugli ultimi momenti della vita di Gesù narrati dal Vangelo.

Si tratta di un testo che ispira conversione e contemplazione profonde, per dare alla misericordia il suo vero Volto. Nella “Nota introduttiva”, l’autore, Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo, precisa: «Questo libretto dedicato alla Misericordia non sarebbe mai venuto alle stampe se non avessi messo piede in Giordania, Israele, Libano e, in queste ‘terre sante’, incontrato nei volti dei tanti crocifissi del nostro tempo un’ansia di misericordia e una fiducia nella risurrezione davvero contagiose. Finché ci lasceremo interpellare e sorprendere dallo Spirito Santo, allora ci sarà ancora modo di raccontare la nostra fede, di sentirci parte di un medesimo destino di gioia e di speranza, di non rendere vana la morte gloriosa di Gesù, le sue parole, le sue opere».

Indubbiamente il libro risulta un bel modo per raccontare la fede, «un Dio che si fa uomo per amore e per amore s’immola sino al sacrificio cruento della croce, sconvolge la cifra egoistica e autoreferenziale del genere umano» (p. 24). Le opere di misericordia spirituale sono state incarnate da Gesù sulla croce, il luogo della vittoria estrema della misericordia, che «non è un concetto teologico, ma un riverbero d’amore» (p. 9). Ne consegue che siamo chiamati a mettere "in opera" la misericordia spirituale, perché nessuno dica "sono solo" oppure "dove è finito Dio".