Sig. Presidente della Russia Vladimirovic Putin,
Sig. Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky,
Sig. Presidente degli U.S.A. Joe Biden,
Sig. Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel
Sig. Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen
Sig. Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola
Sig. Commissario per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea Josep Borrel
Sig. Presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea Emmanuel Macron
Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia Mario Draghi
Sig. Ministro degli Esteri dell’Italia Luigi Di Maio
Sig. Ministro della Difesa dell’Italia Lorenzo Guerini
Vi scriviamo dalla Sicilia. Siamo lavoratori, imprenditori, docenti, liberi professionisti, padri e madri di famiglia, anziani e giovani, donne e uomini di una terra dalla storia millenaria, multiculturale, operosa, generosa, accogliente, porta del Mediterraneo, crocevia di popoli e culture. Siamo cristiani, rappresentanti di vari Carismi dei quali lo Spirito Santo non cessa di arricchire la sua Chiesa.
Non siamo i primi, né saremo gli ultimi a invocare la fine della guerra in Ucraina e l’avvio di un negoziato serio, credibile, fattivo, che sciolga i nodi storici e politici che hanno concorso a generarla, nondimeno anche noi vogliamo cimentarci in un ennesimo sforzo, come credenti in Dio, Padre di tutti, e, dunque, come Vostri fratelli e sorelle e levare così la nostra voce: senza calcoli, senza misura, senza timidezze e paure, unicamente ancorati a Dio e, dunque … sproporzionati, in una disponibilità alta di amore.
Intendiamo farlo, non solo pregando insieme - ciò che non ci stanchiamo di fare - ma anche con spirito sinodale, esercitando insieme il compito di leggere la realtà per cercare di comprendere le cause di una crisi nel rapporto tra gli Stati, della guerra come mezzo di regolazione delle controversie e delle conseguenze che ne scaturiscono ed anche pensando insieme alle possibili vie di soluzione e di composizione pacifica delle stesse.
Intendiamo farlo ben sapendo che in questo tempo il Dio della Croce sta chiedendo alla sua Chiesa la testimonianza povera e umile di spogliare se stessa assumendo la condizione di serva: uno svuotamento: una Kenosis, appunto, a imitazione di Cristo e come vera sequela di Cristo.,
Con questo spirito, Vi chiediamo:
FERMATE QUESTA GUERRA!
Nella aspirazione profonda, avvertita anche come nostra responsabilità, di recare, nel nostro infinitamente piccolo, un contributo alla soluzione della crisi in atto noi sentiamo che, nel tempo che stiamo vivendo , la domanda di sicurezza e le ragioni che ne sono alla base stanno assumendo sempre più un ruolo centrale nella politica internazionale, tale da rendere piuttosto evidente che la posta in gioco è ben più alta di quella della sovranità dei singoli Stati e della loro sicurezza interna: è quella della integrità e della sicurezza planetaria. Queste esigono che i rapporti tra gli Stati trovino il loro punto focale sul piano dei "legami comunitari" che uniscono tutte le Nazioni e i popoli della terra.
Vi esortiamo, dunque, a ristabilire questo piano relazionale con coraggio e convinzione, ritessendo e orientando i rapporti internazionali e multilaterali alla luce di un nuovo paradigma politico, quello della “fraternità universale “, il solo che rende possibile riconoscere e garantire le differenze nella ricerca di un destino comune.
Cosa Vi chiediamo in concreto?
La cessazione delle ostilità, non solo quelle armate ma ogni altra forma di ostilità e la fine della corsa agli armamenti: adesso, non dopo e la contestuale sospensione delle sanzioni economiche. Ad un tempo, l’organizzazione di una Conferenza di pace che affronti e sciolga i nodi che gravano nei rapporti tra NATO, UE, Federazione Russa e nel medesimo ambito quelli tra la Federazione Russa e l’Ucraina, che abbia come esito finale la pace e la costruzione, in forme stabili e durature, di un sistema organico di rapporti per la sicurezza e la cooperazione nel continente europeo.
Risuonino forti nelle Vostre decisioni questo monito di Papa Francesco: “Quale vittoria sarà quella, che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?” e questi versi con i quali si chiude un suo libro (“Ritorniamo a sognare. La strada verso un futuro migliore”, 2020): “Quando passerà la tempesta e le strade si saranno placate e saremo i sopravvissuti di un naufragio collettivo … quando passerà la tempesta ti chiedo Dio, con vergogna, di rifarci migliori, come ci avevi sognati” (Alexis Valdes, Speranza, 2020).
Alla Vostra saggezza e alla Vostra lungimiranza sottomettiamo questa nostra istanza, che vuole essere ad un tempo una preghiera umile, viva, accorata, nell’offerta di noi stessi a Dio Padre come “calici vuoti” perché l’azione del suo Santo Spirito la preceda, la accompagni e la porti a compimento.
Con tutta la nostra deferenza.
Direttivo della Consulta regionale delle Aggregazioni Laicali della Sicilia