Ne Il risveglio dell’umano, Julián Carrón riflette sulla situazione d’emergenza in cui ci siamo venuti a trovare per il Covid-19. Migliaia di morti, quasi metà della popolazione mondiale costretta al distanziamento sociale o all’isolamento nelle proprie case. L’autore si misura a viso aperto con le domande di senso che tale «esplosione vulcanica» ha suscitato, cogliendo il risveglio che ne è scaturito. È emersa in primo piano «la nostra fragilità strutturale» e insieme la «grandezza» della nostra aspirazione di vita.
Ma come e che cosa vuol dire stare da uomini davanti a questa circostanza, si tratti di lottare sul campo contro la malattia o di restare a casa in isolamento? Un punto resta fermo: «non abbiamo altro modo di camminare verso il nostro compimento al di fuori delle circostanze in cui ci troviamo», quali che siano. Occorre perciò «vivere intensamente il reale», non c’è altro luogo di realizzazione possibile. È vertiginoso. Sì, e non sarebbe possibile stare in tale vertigine senza «una compagnia umana».
Ma quando la circostanza ha il volto cupo e sordo della malattia o della morte incombente e scatena la paura profonda? Qui l’autore offre il contributo – personalmente vissuto – dell’esperienza cristiana. «È per questo che Dio si è fatto uomo, è diventato una presenza storica, carnale, vicina, un compagno di cammino», perché l’uomo, «in qualunque situazione si venga a trovare, possa starvi davanti, attraversarla con un’ultima, indistruttibile positività».
Affinché tali affermazioni diventino credibili, occorre “intercettare” persone in cui si documenti «la vittoria di Dio sulla paura e sulla morte» e «perciò un modo nuovo di affrontare le circostanze, pieno di una speranza e di una letizia normalmente sconosciute». Usciremo cambiati dalla pandemia? Solo se cominciamo a cambiare adesso, cioè se ci rendiamo conto di chi e che cosa ci aiuta a vivere fino in fondo l’istante in queste giornate di isolamento o di impegno per combattere il virus. Questo “lavoro” della ragione è l’unica cosa a cui nessun decreto potrà costringerci. Spetta a noi decidere di farlo.
Maurizio Vitali