La Comunità di Sant’Egidio lancia un appello a istituzioni e cittadini per “non lasciare sole le persone più fragili in queste ore di emergenza dettate dal coronavirus”.
Com’è noto, scrive in una nota la Comunità, “i soggetti più a rischio in questi giorni sono certamente gli anziani, per l’età avanzata, ma anche i senza fissa dimora, le persone malate o con disabilità”. Su tutti loro “incombe anche un altro grave pericolo: l’isolamento. Basta pensare che, soprattutto nelle grandi città italiane, come Roma o Milano, il tasso di persone che vivono da sole tocca il 45 per cento della popolazione. Tutti i cittadini possono fare la loro parte”.
Sant’Egidio chiede aiuto per “ampliare il monitoraggio delle persone anziane o con disabilità che continuiamo a seguire – non potendo visitarli – con telefonate, lettere, messaggi audio e video, inviati in particolare a chi vive negli istituti. Anche offrirsi per portare la spesa a domicilio – sottolinea la Comunità – è un’azione preziosa per limitare il disagio di chi è più solo e vulnerabile”.
In questi giorni, prosegue la nota, “i nostri volontari continueranno a visitare anche le persone che vivono per strada portando loro non solo il cibo ma anche prodotti utili per proteggersi dal contagio (come gel e fazzolettini per disinfettarsi)”. Inoltre, “le nostre mense per i poveri restano aperte osservando le misure di precauzione per quanto riguarda il numero contingentato delle persone, la distanza tra loro e l’igiene, ma garantendo questo servizio, indispensabile per chi rischia, a causa della minore circolazione, di ricevere meno aiuti e sostegno, a partire dai senza fissa dimora”.
La Comunità di Sant’Egidio ricorda che, “se il contagio ci allontana fisicamente, la solidarietà ci unisce, ci rende più forti di fronte alla paura e aiuta a proteggerci”.
Chi vuole può contribuire economicamente, oppure raccogliendo generi utili, come alimentari, gel igienizzanti e fazzoletti di carta. Le informazioni su come si può aiutare sono su www.santegidio.org
Infine, ogni sera alle 20, a partire da Santa Maria in Trastevere, tutte le chiese del rione romano fanno suonare le loro campane per dieci minuti esprimendo così “vicinanza, solidarietà e preghiera nei confronti di tutti coloro che in questi giorni soffrono per le conseguenze del coronavirus, per le loro famiglie e per tutte le persone più fragili e a rischio”.