“I Santi della porta accanto” è il titolo dell’iniziativa promossa dalla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (CNAL) sabato 2 febbraio 2019 a Roma presso l’Auditorium del Dicastero della Comunicazione, in Via della Conciliazione n.5.
Interpellate dall’esortazione apostolica Gaudete et exultate di Papa Francesco, le 68 aggregazioni ecclesiali componenti la Cnal, hanno inteso riflettere sulla chiamata alla santità che riguarda ogni cristiano, invitato a fare della propria vita qualcosa di bello, grande e santo, come ha affermato la segretaria generale, Paola Dal Toso. I Santi saliti agli onori degli altari non perché modelli perfetti, ma perché hanno vissuto in maniera esemplare, cioè hanno vissuto la quotidianità ordinaria in modo straordinario.
Ormai, secondo la teologa Stella Morra, è superata l’idea della santità legata agli “stati di perfezione”, e ci si sta avviando verso la concezione dell’universale vocazione alla santità dei credenti battezzati. Bisogna avere il coraggio di entrare nel tema del primato della “Grazia come ombra”, del primeggiare di Dio, che è Santo per primo. Una “vita santa” è soprattutto vita: non possiamo dividere umano da cristiano. Una vita santa abita la propria parzialità, il qui e l’ora, dentro a questa storia, a questa carne, al nostro essere uomo o donna, rimanendo nel luogo e nel tempo, nell’oggi. La Santità è gioia, che è un’opzione teologica fondamentale, lo stile del sacramento che è la Chiesa. Nell’Evangelii Gaudium al punto 4 Papa Francesco cita il Siracide: “Figlio, per quanto ti è possibile, trattati bene...Non privarti di un giorno felice”. É la gioia la “forma” del battezzato, ciò che si vede, quello che ci fa dire: “E’ una bella persona!”. La vera sfida sta nel recuperare un tema dell’inizio della modernità, un atteggiamento spirituale soprattutto francese, quello della “conversazione”: è lo stile della buona padrona di casa, che si preoccupa che tutti siano a loro agio, che tutti si sentano contenti, accolti. Si tratta di reimparare l’arte della conversazione non solo all’interno, tra noi, ma uscendo fuori dai recinti perché il mondo ha bisogno di un luogo accogliente, affinché Colui che è la Parola possa entrare e chiederci “Di che cosa state parlando?”
Il Sottosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, Linda Ghisoni, ha sottolineato “l’opposizione polare” in cui si trova a vivere il cristiano tra l’essere incorporato in Cristo nel Battesimo e l’essere nel mondo: un inserimento contrassegnato dalla gioia. Nella Gaudete et exultate si afferma che la relazione con il Signore è mediata dalla comunità cristiana: Dio ha salvato un popolo, nessuno si salva da solo come individuo isolato. La dinamica individualistica, sia come singoli che come aggregazioni, è sempre un rischio perché è molto difficile lottare da soli (GE nn. 140-143). Appartenere ad un popolo, ad una comunità, ad una trama di relazioni costituisce una rete benefica che ci sostiene nel cammino di santità, nell’essere centrati in Cristo. L’inserimento nel mondo è essenziale: ciascuno di noi ha una missione sulla terra, una propria via di santificazione il che significa per ognuno capire e conoscere qui e ora che cosa Gesù vuole da lui. Questo cammino va sostenuto da un forte esercizio di discernimento perché vi sia sempre una coerenza nelle scelte, tra quelle più grandi e globali e quelle che compiute nell’ordinarietà.
Il Presidente della Commissione Episcopale per il laicato, mons. Vito Angiuli, ha ricordato che per percorrere il quale sentiero della santità occorre partire dal V capitolo della Lumen Gentium sulla “Vocazione universale alla Santità” e dalla Gaudete et exultate che invita a essere contemplatori del volto di Cristo perché lui ci trasforma, che ci porta ad essere “più vivi e più umani”, umani fino in fondo. Il sentiero dell’iniziazione cristiana è l’umanità di Cristo che ci porta a “gustare le cose genuinamente umane”, a condividere le gioie, i dolori, le speranze degli uomini e delle donne del nostro tempo. In questo cammino non siamo soli: c’è la comunità dei Santi.
E oltre a quanti sono beatificati e canonizzati, come ricorda Papa Francesco nella Gaudete et exultate, ci sono numerose figure ordinarie, comuni, che hanno testimoniato con la vita la loro fedeltà al Vangelo.
A conclusione dell’incontro sono state presentate alcuni “Santi della porta accanto”, uomini e donne che in particolare nelle Chiese locali hanno dato viva testimonianza del loro Battesimo nel vissuto quotidiano nell’ambito della famiglia, dell’educazione, nel mondo Sociale, tra i giovani e donne.