CNAL - Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali
Organismo della Conferenza Episcopale Italiana

Sicilia: l’assemblea delle aggregazioni laicali

 LA RESPONSABILITÀ ECCLESIALE E SOCIALE DEL LAICATO AGGREGATO IN TERRA DI SICILIA                                                  “Abbiamo bisogno di entusiasmo, l’entusiasmo che genera il Vangelo che ha raggiunto la nostra vita”. Con queste parole mons. Corrado Lorefice, arcivescovo […]
9 Febbraio 2017
 LA RESPONSABILITÀ ECCLESIALE E SOCIALE DEL LAICATO AGGREGATO
IN TERRA DI SICILIA   
                                              

 “Abbiamo bisogno di entusiasmo, l’entusiasmo che genera il Vangelo che ha raggiunto la nostra vita”. Con queste parole mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e delegato della CESi per le Aggregazioni laicali, ha aperto l’Assemblea generale della Cral, che si è svolta domenica 29 gennaio 2017, a Pergusa (EN). Alla presenza di un centinaio di persone - rappresentati delle sedici Consulte diocesane operanti in Sicilia, delle aggregazioni che hanno carattere regionale e dei rappresentanti del Progetto “Tavolo della Fraternità politica” - il presule palermitano è intervenuto su “Il primato del Vangelo e la sua ricaduta sociale”. Presentando ai partecipanti il discorso di Papa Francesco al V Convegno ecclesiale nazionale, mons. Lorefice ha parlato di “una sfida per la Chiesa italiana in terra di Sicilia”. Nel farlo ha indicato due premesse, due “conditio sine qua non” del cristiano: la necessità di mettere al centro la Scrittura e la Parola di Dio da un lato, e la condivisione e l’appartenenza ecclesiale dall’altra.

L’arcivescovo ha citato una priorità indicata già da Giuseppe Dossetti e valida “al di là della funzione che svolgiamo nella Chiesa: ridare il primato alla Parola”. “La Scrittura non è una fonte insieme ad altre fonti – ha detto -, ma seme di vita e di fede incorruttibile. Non è un libro, ma è un Vivente, una Persona, è il Verbo eterno del Padre. La comunità cristiana – ha detto mons. Lorefice - nasce dalla Parola e di essa si nutre, insieme con l’Eucaristia. Non Vangelo soltanto, non solo una notizia, ma Evangelo, cioè una notizia bella, e buona, e straordinaria, in grado di cambiarci la vita. La qualità del nostro essere cristiani, del nostro umanesimo, dipende dalla presenza reale, qualitativa e quantitativa della Parola nella nostra vita”.

Un appello a gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali siciliani come incoraggiamento e monito all’ascolto orante delle Scritture. “Nella tradizione cristiana, soprattutto cattolica, le opere sono la traduzione della fede e non un’alternativa ad essa – ha detto -, anzi il suo prolungamento. La Parola nutre la fede e la fede sola contiene in sé l’opera; e le opere cristiane devono essere segno di misericordia”. Ma il movimento deve essere corale: “ciascuno di noi, ogni aggregazione, se lavora da sola rischia di impoverirsi – ha spiegato -, di rendere la fede e i carismi di ciascuno semplici etichette, di privarci dell’essere comunità”.

Indicando le ricadute sociali prioritarie delle indicazioni fornite dal Papa, mons. Lorefice ha ripercorso e riproposto l’idea di bene comune che il Pontefice ha delineato più volte, a Firenze e anche nella Evangelii gaudium: “Si parla in concretezza di famiglia, di lavoro, di casa – ha detto -, ingloba giovani, scuola, lavoro, ma anche legalità e immigrazione. L’impegno sociale dei cristiani è intriso di indignazione – ha proseguito -, un’indignazione che nasce dal vedere che il mondo non è ancora quello che vogliamo, quello che sappiamo che Dio vuole. Se c’è ingiustizia, lutto, dolore, emarginazione, noi siamo coinvolti, dal di dentro. Dobbiamo sentire la spinta che nasce da Cristo e che diventa voglia di riscatto da operare con umiltà. Ci indigniamo e ci impegniamo, dunque. E facciamo fronte comune contro il male per riscattare la vita dell’uomo, di ogni uomo. Lo facciamo – ha aggiunto mons. Corrado Lorefice - utilizzando la capacità di dialogo e di incontro. Quando ci si impegna nel sociale, si attua la propria vocazione cristiana, l’unica vocazione che è quella alla santità".

Infine, consegnando al laicato aggregato l'esempio di don Pino Puglisi, ha evidenziato che proprio dalla Sicilia, attraverso il Progetto di fraternità politica che le diocesi dell'Isola portano avanti, può partire una lodevole "occasione di incontro e dialogo che favorisce l’amicizia sociale”. 

Pergursa, 29 gennaio 2017