Il cammino percorso dalla nostra Consulta è ricco di memoria, di storie che hanno visto appassionatamente insieme le varie Aggregazioni laicali della nostra Diocesi; un percorso caratterizzato dall’intensificarsi dell’unità e della comunione di tutte le aggregazioni laicali.
Nei primi passi del cammino ci si interroga sulla finalità e la natura della Cdal come luogo di formazione e laboratorio di sviluppo pastorale, come luogo di comunione fraterna, come occasione per realizzare una collaborazione, un coordinamento, una sinergia, nei vari ambiti dell’annuncio e della testimonianza del laicato.
Si inizia a camminare insieme attraverso specifici percorsi formativi: nel 2009 “Comunione, Comunità e Missione a 20 anni dalla Christi Fideles Laici, nel 2010 “Essere sale della terra e luce del mondo”, nel 2011 “La responsabilità del laico per il bene comune”, nel 2012 “Costruire la città. Educarsi al Bene comune” per approfondire il ruolo del laico e le sue principali dimensioni di essere chiesa e mondo attraverso una modalità attiva, responsabile, che sa incarnare la santità dei gesti quotidiani negli anfratti del mondo dove la fragilità rende l’uomo povero.
Si cammina insieme nel percorso sinodale della Chiesa di Gaeta dal 2008 al 2013 con la elaborazione di proposte per la fase preparatoria e assembleare.
Si fa esperienza di fraternità nel cammino di preparazione alla Veglia di Pentecoste; celebrazione che, affidata alla CDAL dal 2009, si svolge in una piazza delle città della nostra Diocesi, per entrare nel vissuto delle realtà del nostro territorio.
Si fa esperienza di comunione attraverso la realizzazione del concerto-preghiera, con cui si raccolgono contributi a favore dell’orfanotrofio della Crèche di Betlemme, che accoglie i bambini abbandonati in terra di Palestina.
A maggio 2014, cogliendo la novità pastorale di Papa Francesco che invita a curvarci sulle ferite dell'umanità con uno sguardo di misericordia, si sceglie come contenuto della Veglia di Pentecoste il tema: “Condotti dallo Spirito, chiniamoci sui dolori e sulle gioie del mondo”.
Ad ottobre dello stesso anno, inizia un’attenta fase di discernimento su come dare operatività ai contenuti presentati nella Veglia di Pentecoste, su come andare verso le periferie del nostro territorio e su come offrire dei segni di speranza all’uomo di oggi segnato e afflitto dalla precarietà.
Si condivide che è fondamentale realizzare piccoli progetti insieme, promovendo un laicato coordinato, unito e non frammentato, che dia testimonianza di come è bello stare insieme. Se nell’aprile del 2011 ad Assisi, nel 25° anniversario dello Spirito di Assisi, abbiamo stipulato il Patto di Fraternità tra tutti i movimenti e associazioni della nostra Consulta, affinché ognuno può sentire l'altro come fratello, ora si tratta di individuare un percorso di solidarietà per essere Chiesa in uscita per le strade del mondo, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. E la traccia di preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze, con le cinque azioni “umane”: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare, conferma questa scelta invitando a prenderci cura di tutti e in particolare dei “più piccoli” di cui parla il Vangelo, ridestandoci dal torpore spirituale che allenta il ritmo del dialogo col Padre.
Anche Papa Francesco, con un passaggio durante il suo discorso all’ultimo convegno mondiale dei movimenti del novembre 2014 specifica le caratteristiche della comunione e della collaborazione tra movimenti e associazioni dicendo: “La comunione consiste anche nell’affrontare insieme e uniti le questioni più importanti, come la vita, la famiglia, la pace, la lotta alla povertà in tutte le sue forme, la libertà religiosa e di educazione. In particolare, i movimenti e le comunità sono chiamati a collaborare per contribuire a curare le ferite prodotte da una mentalità globalizzata che mette al centro il consumo, dimenticando Dio e i valori essenziali dell’esistenza”.
A dicembre 2014 incontriamo la Caritas Diocesana e l’Ufficio Diocesano Famigliare per eseguire una lettura del territorio al fine di individuare i disagi e le priorità di intervento. Dall’incontro scopriamo che la patologia da gioco d’azzardo rappresenta una delle piaghe più pericolose del nostro tempo: puntare denaro attraverso scommesse, slot machine, gratta e vinci, ma anche Lotto e Superenalotto può creare una dipendenza simile a quella da stupefacenti, causando rovesci finanziari, la compromissione dei rapporti famigliari, il divorzio, la perdita del lavoro, lo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio. Sono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità.
Per tale ragione decidiamo di intraprendere un percorso per il contrasto al gioco d’azzardo nel nostro territorio con una proposta che presentiamo ai giornalisti della nostra area geografica nel marzo 2015.
Si incontrano la maggior parte dei sindaci o loro delegati del territorio dell’Arcidiocesi di Gaeta (i comuni di Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Spigno Saturnia, Minturno, Formia, Gaeta, Itri) per invitarli ad aderire al “MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO”. Nel manifesto si chiede una nuova legge nazionale, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura, che sia consentito il potere di ordinanza dei Sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e che sia richiesto ai Comuni il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Alle amministrazioni comunali incontrate si chiede di emettere delibere con cui vietare la collocazione di nuovi apparecchi per il gioco d’azzardo lecito in locali che si trovino a una distanza di cinquecento metri da luoghi sensibili, di limitare l’orario di utilizzo dei dispositivi da gioco, di incoraggiare i gestori di esercizi commerciali a disfarsi dei Videoslot in cambio di riduzione delle ritenute fiscali.
Al sindaco di Gaeta si fa richiesta di apertura di un centro di ascolto, con l’offerta della nostra collaborazione insieme all’associazione Solidarietà per il suo funzionamento.
Agli appartenenti delle nostre aggregazioni laicali si invitano a scegliere gli esercizi commerciali virtuosi, che non hanno sale gioco e slot-machine.
Il 27 giugno del 2015 si organizza il convegno “NON È UN GIOCO. NON SLOT. CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO: CHE FARE?” con la partecipazione del dott. Carlo Cefaloni (giornalista di Città Nuova e autore del libro “Vite in gioco. Oltre l’economia delle slot”) e di P. Domenico De Rosa e la dott.ssa Franca Anzelmo dell’Associazione Solidarietà. Il convegno ha lo scopo di promuovere la conoscenza di questa nuova forma di dipendenza, di cui ancora non è percepita pienamente la consapevolezza, e promuovere una nuova sensibilità per contrastare questa piaga sociale. Nel convegno vengono coinvolti alcuni amministratori comunali e presentati dei dati statistici sullo stato del gioco d'azzardo nei comuni e le azioni di contrasto adottate a riguardo.
Si elabora e distribuisce un Vademecum contro il gioco d’azzardo e si lancia una petizione sul sito www.change.org “No allo stato biscazziere, fautore del gioco d’azzardo” nei confronti del Primo Ministro Matteo Renzi e il suo governo per il ritiro dalla legge di Stabilità del bando previsto per l'apertura di altre 22 mila sale giochi e affinché al più presto il Parlamento proponga una legge per la regolamentazione del settore al fine di ridurre il gioco e vietare la pubblicità sempre più asfissiante di ogni genere di scommesse possibili e immaginabili.
Nell’ottobre 2015 si propone alle scuole del territorio un progetto formativo di prevenzione dal gioco d’azzardo, diretto ai giovani, ma che prevede il coinvolgimento dei genitori, con la presentazione di un programma di informazione scientifica sul gioco d’azzardo e di interventi di tipo educativo finalizzati al controllo dei disordini comportamentali. Il progetto è sostenuto dall’Associazione Onlus Solidarietà con l’apporto della dott.ssa Franca Anzelmo specialista in “Dipendenze da sostanza e comportamentali”.
Nel novembre 2015, si lancia una nuova iniziativa, chiamata “La Tenda de buon gioco. No slot.” Si tratta di essere presenti, con un gazebo, a turno tra le maggiori città della nostra diocesi (Minturno, Fondi, Gaeta, Castelforte, Formia, Coreno Ausonio) e quindi nel cuore dei centri urbani per incontrare le persone e promuovere capillarmente una cultura alternativa a quella del gioco d’azzardo favorendo la relazione e il gioco di relazione. In queste piazze si diffonde la conoscenza della gravità della patologia da gioco d’azzardo con la distribuzione di apposite dispense e volantini, si raccolgono le adesioni alla petizione “No allo stato biscazziere”, oltre a promuovere giochi che mettono in relazione le persone. Tra le persone incontrate ci sono quelle che hanno vissuto da vicino questo dramma in quanto ex giocatori o figli di giocatori. Nei loro racconti si delinea la potenza distruttrice di questa patologia, si raccomanda l’invito a diffondere maggiormente l’entità dei rischi derivanti dal gioco d’azzardo e si conferma quanto da noi dichiarato. Non sono mancati alcuni episodi di intimidazione nei nostri confronti per la distribuzione dei vademecum e volantini nelle strade vicino alle sale gioco; intimidazioni che non hanno impedito di continuare la nostra azione di sensibilizzazione.
Il 13 marzo 2016 si aggiunge un’altra iniziativa: lo Slot Mob contro il gioco d’azzardo a Formia, con la collaborazione e il coinvolgimento del Comune di Formia e della Rete Nazionale Slot Mob, per promuovere la consapevolezza dei rischi derivanti dal gioco d’azzardo, la cultura della relazione interpersonale con il gioco di gruppo e contemporaneamente premiare gli esercizi commerciali che aderiscono a questo stile e non hanno "macchinette o biglietti mangiasoldi". Allo Slot Mob intervengono il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, la delegata alla legalità del Comune di Formia Patrizia Menanno, il musicista Ambrogio Sparagna, il giornalista Carlo Cefaloni di Avvenire e di Città Nuova, la Rete Slot Mob di Teramo, il Gruppo Folcloristico e i Giullari della Gioia di Fondi, oltre alle Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi di Gaeta. Il sindaco traccia le azioni che il Comune di Formia ha realizzato nel contrasto al gioco d’azzardo, mentre la delegata alla legalità, nel cogliere i primi risultati positivi di questi interventi, chiede una forte unità dei cittadini con le istituzioni per non lasciare da soli gli amministratori nel difficile compito di frenare il dramma causato dal gioco d’azzardo.
La piazza si trasforma in una comunità civile responsabile che alza il grido per richiedere una nuova legge quadro nazionale sul gioco d’azzardo affinché lo Stato recuperi la gestione delle attività di gioco d’azzardo; una legge che realmente impedisca l’accesso ai giochi d’azzardo da parte dei minori, che precluda l’apertura di nuove sale gioco, vieti i messaggi pubblicitari, preveda il finanziamento della cura del gioco patologico anche dagli introiti di gioco, dia ai Comuni la facoltà di decidere la distribuzione e la collocazione delle sale gioco e delle slot machine nei territori, definendo le distanze dai punti sensibili e stabilendo l’orario di apertura e di chiusura. E la piazza diventa anche un luogo di festa e di relazionalità sociale per riscoprire la gioia dello stare insieme attraverso il buon gioco, una breve esibizione del maestro Ambrogio Sparagna e le creatività artistiche del Gruppo Folcloristico e dei Giullari della Gioia di Fondi.
A conclusione di questo momento si provvede, insieme alla Delegata alla Legalità del Comune di Formia, a visitare e a premiare gli esercizi commerciali che non hanno slot machine e non vendono Gratta e Vinci, Lotto e Superenalotto e in generale biglietti mangiasoldi, rendendo la loro scelta visibile ed imitabile. Ad essi si consegna un adesivo, a firma della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi di Gaeta e del Comune di Formia, con il logo di locale “No Slot”, dove non si praticano attività che inducono alla patologia da gioco d’azzardo. I proprietari di questi esercizi sono contenti di ricevere l’adesivo No Slot e apprezzano molto la nostra iniziativa con grande ammirazione dicendo che anche per loro tutto questo rappresenta un forte segno di speranza.