CNAL - Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali
Organismo della Conferenza Episcopale Italiana

Uomini e donne delle Beatitudini

Assemblea Cnal 21 maggio 2016, Sintesi di uno dei gruppi di studio
21 Maggio 2016

Introduzione: Il nostro gruppo così come tutta l’Assemblea CNAL vuole essere un gruppo di ascolto reciproco perché il Convegno ecclesiale di Firenze non resti un evento ma abbia una incarnazione. Nella preparazione del Convegno c’è stata una buona dialettica tra Comitato preparatorio e Giunta in ordine al lavoro di stesura della Traccia.

Firenze ha mostrato il volto di una Chiesa bella, inquieta, che però ha smarrito la sua identità o meglio gli strumenti e le vie per essere risposta vitale alle sfide dell’oggi.

Da Firenze è partita una “lettura” della vita della Chiesa in Italia fatta non dai palazzi ecclesiali, ma dalla voce del popolo di Dio.

Conseguenze??? NOI dobbiamo essere un documento vivo uscito da Firenze, con umiltà e nella tensione ad essere uomini e donne delle Beatitudini e della beatitudine.

 

  • Mario Berti (Mov. Mondo Migliore) conferma quanto detto come introduzione, affermando il valore della speranza cristiana da ri-immettere nella società.
  • Tina Parente (UCIIM Diocesi di Albano): A Firenze non c’erano le consulte, non c’era una vera rappresentatività della Diocesi, non ci si è arrivati da un cammino sinodale. Quindi non ha senso chiedersi se la sinodalità è un modo di essere… è ancora tutto da sperimentare!

→ Si fa riferimento alle parole di mons. Galantino sulla sinodalità come dimensione necessaria della via della Chiesa.

 

  • Dino (Diocesi di Messina): ricorre spesso un certo tipo di problema …un “problema” di partecipazione e di rappresentanza nella Chiesa italiana e non solo nei suoi convegni, soprattutto per il laicato. Come comunicare in modo efficace? Quali sono i luoghi in cui fare esperienza di sinodalità? Si rende sempre più urgente praticare la sinodalità tra tutte le componenti della Chiesa ed evitare il clericalismo.
  • Anna (Familiari del Clero): Interrogarsi seriamente su come vivere la sinodalità nelle Diocesi che sono realtà complesse. E’ importante sforzarsi di credere che siamo in un momento particolare della Chiesa, in un passaggio epocale. Secondo me la parola sinodalità deve essere tradotta con ritorno alla freschezza del Concilio Vaticano II, essendo come laici protagonisti e senza aspettarsi nulla dal clero, nel senso di assumerci appieno le responsabilità e non rimanere in attesa di direttive.
  • Carlo Tucciello (Diocesi di Gaeta): Ho avvertito a Firenze una marcata differenza metodologica rispetto al Convegno di Verona. Non c’è stata una preparazione capillare, dalla “base” scarsa rappresentatività e scarsa riflessione, quasi per nulla recepito il discorso del Papa; nelle Parrocchie il Convegno di Firenze non era neanche occasione di preghiera…La Chiesa deve essere sinodale altrimenti tradisce il Vangelo. Nelle comunità cristiane deve esserci la comunione, un serio discernimento, una nuova forma di missione che non venga sfiorata dall’integralismo…si deve poter sperimentare il camminare insieme a tutti i livelli. Si è credibili solo se si è uniti, se siamo cristiani siamo per natura sinodali. Importante è non cedere alla tentazione dell’autoreferenzialità e aprirci a chi non è nel recinto della Chiesa. Se vogliamo un vero rinnovamento della Chiesa e delle comunità ecclesiali, la parola chiave è sinodalità.
  • Francesco (Diocesi di Genova): noi siamo stati “schiacciati” tra Firenze e il Convegno Eucaristico nella nostra Diocesi… La partecipazione a Firenze è stata delegata a pochi ma non partecipata e rappresentativa. Come laici vorremmo trovare modi per essere più incisivi dentro le nostre realtà, fatichiamo molto, anzi siamo in affanno a dare risposte vitali. Nonostante tutto avvertiamo che ci sono germi di rinnovamento verso la sinodalità. Le esperienze che facciamo in questa direzione, che facciamo insieme, in unità, attorno a Gesù Cristo, ci fanno contenti. Ma dobbiamo far divenire queste esperienze nuova cultura per la nostra gente.
  • Franco Bruni (Diocesi di Ascoli): Il Convegno di Firenze ci costringe e ci richiede fortemente un approccio diverso…la sinodalità è costitutiva della Chiesa. La Chiesa riscopre sé stessa con Firenze: lì si è rovesciata una visione piramidale della Chiesa, ma noi laici ne siamo poco coscienti. Papa Francesco ha rotto il buio che c’era prima, gli schemi pre-esistenti. Se Palermo ha prodotto Atti a tomi…Firenze ha risvelato la Chiesa. Nella mia Diocesi abbiamo fatto una Assemblea CDAL ed eletto un nuovo direttivo perché sia uno strumento più incisivo nella nostra Chiesa locale.

Credo che nel cammino sinodale importante sia creare quell’armonia dove ognuno sia sé stesso.

L’accoglienza deve nascere dal basso, partire dalla vita, le realtà di base devono essere sinodali.

  • Interventi vari:

- Laboratori di sinodalità nella Chiesa ci sono…c’è un protagonismo spontaneo dei laici.

- 8 per mille della Chiesa Cattolica …molto spesso i laici non sono nemmeno consultati nella gestione. Ci deve essere la possibilità di partecipare in contesti di maturità ecclesiale anche delle scelte economiche e di gestione, nelle progettualità ad ampio respiro.

- E’ necessario EDUCARE alla comunione e alla sinodalità di popolo…popolo che ora non abbiamo e non siamo più. I movimenti in questo possono essere un grande contributo.

- A Gaeta la Veglia di Pentecoste è nelle piazze della Diocesi da 10 anni. L’ultima sulle 5 vie di Firenze…siamo andati avanti con fedeltà a un progetto comune ed è diventata per le comunità un appuntamento annuale, dove le persone si incontrano davvero. Noi cerchiamo di seguire il Vangelo e lì ci ritroviamo tutti.

- Auspicio che la nuova Commissione Episcopale per i Laici sia più attiva e propositiva stimolando i Vescovi delle diverse regioni a valorizzare e dare spazio alla propositività dei laici.