CNAL - Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali
Organismo della Conferenza Episcopale Italiana

La Chiesa ci incoraggia, il mondo vi aspetta

Il MEIC celebra la XII Assemblea nazionale e partecipa con gioia alla beatificazione di Paolo VI.  Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale ha celebrato il 17 e il 18 ottobre scorsi la sua XII Assemblea nazionale, dal titolo suggestivo: «La Chiesa vi incoraggia, il mondo vi aspetta», titolo tratto da  una celebre frase rivolta dal beato […]
18 Novembre 2014
Il MEIC celebra la XII Assemblea nazionale e partecipa con gioia alla beatificazione di Paolo VI.
 
 Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale ha celebrato il 17 e il 18 ottobre scorsi la sua XII Assemblea nazionale, dal titolo suggestivo: «La Chiesa vi incoraggia, il mondo vi aspetta», titolo tratto da  una celebre frase rivolta dal beato Paolo VI ai Laureati cattolici nel 1966. Domenica 19 ottobre poi tutto il Movimento è sceso in piazza San Pietro per partecipare alla gioia della cerimonia di beatificazione di Papa PaoloVI.
 
La riflessione nell’Assemblea, che ha preso l’avvio dalle belle parole del Papa, si è incentrata sulla dimensione del servizio del MEIC alla comunità civile ed ecclesiale, realtà nei confronti delle quali il Movimento si sente chiamato a nuove responsabilità.
 
Il significato della laicità, il ruolo che il laico svolge nel contesto culturale e civile, il dialogo all’interno della Chiesa hanno costituito l’ideale filo conduttore della riflessione. Il lavoro svolto è  stato molto ampio e fruttuoso. Si sono approfonditi  gli aspetti per così dire canonici della materia ma anche i suoi fondamenti teologici , i suoi riferimenti spirituali e le applicazioni pratiche. Inoltre si è cercato di  definire in modo più chiaro la figura del laicato cattolico, con l’attenzione alla dimensione formativa, spirituale e professionale dello stesso.
Una questione centrale è stata l’ elaborazione delle tesi del “Progetto Concilio”: una sfida -coraggiosa e profetica ad un tempo- per riprendere i temi del Concilio e rileggerli alla luce delle domande del mondo di oggi. 
 
In questa prospettiva è emersa con maggiore chiarezza una peculiarità del MEIC, che mi sembra essere l’oggetto essenziale del nostro studio e della nostra responsabilità e che è ben espressa dalle illuminanti ed esigenti parole che Paolo VI rivolgeva ai Laureati cattolici:  “Troppo spesso chi vuol fare della cultura prende in esame temi, studi, esperienze e pensieri altrui; non pare a taluni di apparire abbastanza colti e moderni se non ci si mette alla scuola di maestri più o meno estranei alla cultura di casa nostra; la novità, l’originalità, la formula dinamica e risolutiva dei problemi bisogna prenderli a prestito in casa d’altri; in casa propria tutto sembra stanco, povero, consumato. Da ricercatori così si diventa discepoli e poi seguaci e poi ripetitori di altrui teorie con grande sforzo di farle apparire sane e assimilabili. Voi no ! Non diciamo che bisogna circoscrivere il vostro interesse culturale al catechismo domestico e chiudere le finestre aperte alle teorie di chi è rimasto fuori di casa nostra; anzi -seguendo un altro filo di pensiero- possiamo dire che nessuna cosa ci è estranea, nessuna dottrina ci lascia indifferenti. Ma ora diciamo che voi date saggio di intelligenza cercando nella sfera dei problemi e degli insegnamenti della vita cattolica i temi del vostro interesse: cercate nel patrimonio di casa nostra -messo in evidenza dal Concilio- ricchezze vive ed immense di pensiero, di studio, di vita”.
 
L’Assemblea elettiva del Movimento è per tradizione un momento importante per riesaminare il proprio passato, leggere il presente e immaginare le sfide future.
 
Noi del MEIC siamo una realtà alquanto differenziata. Sappiamo andare oltre l’unità di misura: giungiamo a superare il numero di 100. Tanti sono i gruppi locali e diocesani sparsi per i diversi comuni d’Italia. Ciascuno di questi gruppi ha una propria personalità ed esprime competenze culturali e stili operativi talvolta assai diversi. Eppure la ricerca di una osmosi, di una “unità nelle differenze” costituisce il punto qualificante della nostra azione.
In particolare 5 obiettivi appaiono importanti: 1. La formazione di coscienze mature. 2. La promozione della comunione ecclesiale. 3. La risposta culturalmente qualificata alla emergenza educativa. 4. La necessità di approfondire il dialogo ecclesiale inter-associativo e quello ecumenico inter-religioso. 5. La volontà di portare il proprio contributo per la crescita civile e culturale del Paese nei vari ambiti sociali e professionali.
 
La realtà associativa cresce e si consolida grazie alla ricchezza delle  iniziative del Movimento, alcune con cadenza periodica regolare (la settimana teologica estiva di Camaldoli; le giornate di spiritualità di Malmantile: per citare le due più consolidate), altre con progetti tematici nazionali e locali.
La rivista del MEIC che ha come titolo “Coscienza”, i numerosi progetti editoriali che hanno segnato le attività culturali del Movimento negli ultimi anni (Progetto Camaldoli, Progetto Concilio, La Buona società in cui vivere), le attività culturali degli Osservatori sui più importanti temi della vita politica e sociale del Paese, le iniziative delle realtà regionali e cittadine rappresentano altrettanti capitoli di una storia che si fa presente e si sforza di progettare il futuro.
 
Anche il rapporto con la Chiesa italiana attraverso la partecipazione alla CNAL e alle diverse CDAL locali, nonchè  il dialogo con le associazioni e i movimenti che si rifanno alla comune radice dell’Azione cattolica e della FUCI, oltre alle esperienze di incontro con la complessa realtà associativa e dei movimenti ecclesiali italiani segnano un orizzonte costante della proposta e della azione dei Laureati cattolici prima e del MEIC adesso.
 
Una fede che pensa e una ragione che crede: laici nella Chiesa e cristiani nel mondo, questo l’obiettivo ambizioso del Movimento .
 
In questa prospettiva mi pare assai rilevante riprendere due domande che Paolo VI poneva con forza ai Laureati cattolici e su cui vale la pena riflettere:   Cosa si aspetta il Concilio dai Laici impegnati nella cultura ? E quale può essere lo sviluppo del pensiero cattolico dopo il Concilio ?
Lo stesso Paolo VI sapientemente rispondeva: “L’affermazione ricorrente, nel Concilio, della dignità del cristiano in quanto tale; l’ammonimento alla partecipazione di ogni fedele nelle attività spirituali e apostoliche della Chiesa e della conseguente corresponsabilità che tutto il Popolo di Dio condivide con chi ne ha specifico mandato; il riconoscimento della missione dei Laici suggeriscono la risposta alla prima domanda: la Chiesa vuole moltissimo !
Vuole che il Laico sia sveglio, istruito, colto, convinto; vuole che al possesso della verità cristiana si accompagni il senso di responsabilità della sua professione e della sua diffusione; vuole che ogni anima, ogni età, ogni famiglia, ogni ambiente sia capace di una sua propria testimonianza; vuole che una armonia di pensiero, di voci e di opere esalti di gioia il senso della Chiesa e offra all’esterno il fascino della vita interpretata nella sua pienezza e verità.
Non c’è dubbio che una nuova fiducia nel pensiero umano, una nuova serietà di studi, una nuova certezza delle verità divine, un nuovo rispetto del magistero, una nuova capacità di ricerca e di critica, una nuova originalità di studi e di scritti, una nuova ansia di insegnamento e cultura possono e debbono caratterizzare la vostra vita cattolica dopo il Concilio.
Cari amici Laureati cattolici : La Chiesa vi incoraggia, il mondo vi aspetta ! “
 
 
Prof. Gianfranco Tonnarini
Presidente diocesano MEIC di Roma
Direttivo CNAL